“É successo tutto e di tutto... Catapultati in un mondo che neanche sapevamo che esistesse. Devo davvero ringraziare la ginecologa che mi seguiva altrimenti mia figlia sarebbe stata una delle tante morti in pancia, invece dopo un lunghissimo periodo pieno di lacrime, dolori, buio e preoccupazioni, piano piano ci stiamo riappropriando di una normalità che mai si deve dare per scontata. I mesi in tin non si dimenticano...un pó passano insieme alle altre coppie della tin, ma sicuramente non è semplice. Le parole "stai tranquilla tua figlia è forte" o "Anche un mio parente è nato prematuro" oppure"non ti preoccupare deve solo prendere peso" sono solo di circostanza. Frasi che fanno solo stare peggio. Nessuno mai che ti dica piangi pure sulla mia spalla, urla e chiedi maledettamente il perché ti sia capitato, perché quella pancia svuotata troppo presto. Si, tua figlia è viva, ma non è lì con te. Poi piano piano ti abitui alla tin, ti trovi a confortare le nuove coppie spaesate che arrivano nella sala d attesa e capisci che alla fine quella sala d attesa è diventata un bel posto, dove aspettare il giorno nel quale porterai a casa la tua piuma. Nata troppo presto....ma nata GUERRIERA.”
Carmela Massari
“Alessandro, nato a 30 settimane peso 1.450. È stata la mia terza gravidanza, iniziata con tanti problemi: un diabete scompensato con glicata a 12.6 e un ipertensione grave, ogni mese in ricevero. Un giorno mi sono accorta però che i movimenti del mio bambino non erano come nelle altre gravidanze: si muoveva da dolo se stimolato e solo in determinati punti. Vado in reparto ma mi dicono che è ansia, che devo stare tranquilla, e senza visitarmi torno a casa. Dopo una notte agitata, mi alzo la mattina e decido di andare al pronto soccorso dove riferisco un dolore alla 29+3. Salgo in reparto dove mi fanno aspettare diverse ore, poi mi visitano e scoprono un infarto alla placenta e liquido totalmente prosciugato. Vengo trasferita a L'Aquila perchè Teramo non ha la tin. Subito sviluppo polmonare e dopo 3 giorni cesareo. Se non mi fossi ascoltata Alessandro non sarebbe con noi.”

“In questo reparto SI VIVE!
Samira
Letizia è nata il 1 febbraio 2017 e RINATA il 28 febbraio 2017, dopo un periodo di grave insufficienza respiratoria causata dal virus respiratorio Sinciziale.
In parallelo alle cure per questi piccoli guerrieri, l’intero reparto elargisce abbracci pieni di speranza e di amore alle famiglie.
Perché la speranza e l’amore, insieme alla professionalità e al duro lavoro, fanno vincere la vita!
Buon cammino pieno di speranza a tutti. ❤️”
“Vittoria nata a 31 settimane 1230 gr per via della gestosi. Sofferente già da due settimane. Cesareo d'urgenza L'Aquila e rimasta in tinta per 68 giorni! Giorni in cui ti senti in colpa, genitore a metà per non averla saputa proteggere! Ma sono loro che ti insegnano cosa vuol dire avere forza e voglia di vivere, impari a gioire per ogni minuscolo traguardo!! Ora è la nostra forza e il nostro centro del mondo! La nostra Vittoria!”

“Il nostro patatino Alessandro è nato il 3 Agosto 2018, pesava 3,220Kg ed era bellissimo; un sogno divenuto realtà. Dopo tre giorni lo abbiamo finalmente riportato a casa iniziando la nostra avventura da genitori.
Io però sentivo dentro di me che ci fosse qualcosa che non andava anche quando ancora eravamo in ospedale, ma tutti continuavano a rassicurarmi: erano “timori normali” dicevano
Invece il nostro incubo iniziò esattamente l’11 Agosto, mentre il nostro patatino dormiva nel pomeriggio iniziò ad emettere in modo continuativo un suono lamentoso.All’inizio non riuscivo a capire , ho pensato di tutto, speravo fosse momentaneo anche perché Ale continuava ad alimentarsi normalemente era solamente leggermente più spento del solito.
Alle 20 circa siamo andati in ospedale ad Atri, ma la pediatria non era attrezzata per un bimbo così piccolo cosi ci hanno trasferiti in TIN all’ospedale di Pescara, mi portano via il piccino alle 3 di notte per visitarlo (purtroppo in TIN non si può entrare) lo sentivo gridare da lontano e mi sentivo impotente avrei fatto di tutto per alleviare la sua paura il suo dolore, ma non potevo.
Finalmente ci fecero entrare e parlammo con una dottoressa fantastica che ci spiegò il tutto: il bimbo non stava bene sembrava avere una sepsi tardiva dovuta ad un batterio che avrebbero dovuto scovare, e definì la situazione “molto molto delicata”; insomma mio figlio avrebbe dovuto lottare per la vita.
Per essere brevi Alessandro peggiorava di giorno in giorno: polmonite, collasso di un polmoncino, fu intubato, sedato, subì una trasfusione di sangue e fu imbottito di antibiotici.
Nel tempo venimmo a scoprire che la bestia che aveva causato tutto ciò era uno Stafilococco Aureo resistente alla Penicillina al 90% preso nell’ospedale dove era nato perché è un batterio che solitamente si trova in ambienti sterili.
Vedevo il mio piccolo una volta al giorno e spesso in quella stanza di ospedale ero sola con lui e la morte nel cuore (mio marito aveva dovuto riprendere a lavorare). Ed in questo viaggio orribile che ho incontrato i volontari dell’Associazione L’Abbraccio dei Prematuri, sono stati una luce in un tunnel buio parlai un po’ con loro che provarono a ridarmi la speranza che ormai stavo perdendo. Mi dissero che una volta a settimana sarebbero stati in reparto e io li vidi come un’ancora di salvezza per il mio cuore che sprofondava sempre più negli abissi. Qualcuno che come me ci era passato e aveva vissuto quello che io mi trovavo a vivere, qualcuno che poteva davvero capire quello che provavo. Di questo avevo bisogno di sentirmi compresa, non mi servivano parole, avevo solo bisogno di parlare con qualcuno che mi capisse e loro mi capivano.
Alessandro in tutto questo è stato un leone, ha combattuto come un guerriero e ha iniziato a migliorare, piano piano e grazie alle cure scrupolose dei medici e infermieri del reparto ha sconfitto la bestia. Ora ha 2 anni è un bimbo vivace, una piccola radiolina accesa costantemente, parla con tutti e tantissimo. E noi ce lo godiamo giorno dopo giorno attimo dopo attimo.”